Adele Zara (1882 – 1969)
una donna piccola dal cuore grande
Adele Zara è stata una donna coraggiosa, che durante le persecuzioni nazifasciste (1943-1945) ha salvato la famiglia ebrea triestina dei Levi e per questo è stata proclamata “Giusta tra le Nazioni” dallo Stato di Israele il 25 febbraio 1996.
Adele nasce nel 1882 in Veneto, a Spinea, ai confini con Chirignago. Dopo la morte del padre si trasferisce, con la mamma e i fratelli già sposati, ad Oriago, ove conosce Antonio Zara, proveniente da una famiglia di ricchi commercianti. I due si sposano nel 1904 e si stabiliscono a Mira a Riviera San Pietro n. 120, in una grande casa che rimarrà l’abitazione di Adele per tutta la sua vita. I due formano una famiglia numerosa, composta di sette figli.
Adele è una donna generosa e dotata di un grande cuore, che si dedica all’assistenza dei malati e dei bisognosi. È il braccio destro del medico locale, il dottor Bonollo, e quando nel paese imperversa un’epidemia di tifo decide di assistere i malati ospitandoli nella sala della propria casa, dormendo per tre mesi sulle scale per tenerli d’occhio.
Al momento dell’armistizio dell’otto settembre del 1943, Adele ha sessantun anni, è vedova da tre e, nonostante la sua piccola statura, ha una grande determinazione. Ella vive con la quasi totalità della sua numerosa famiglia a Palazzo Zara, la sua grande vecchia casa, senza riscaldamento e con un unico bagno.
Nonostante le difficoltà della guerra e il pericolo di essere scoperta, Adele nasconde per due anni in casa propria una famiglia di ebrei triestini, i Levi, composti dal padre Carlo, la madre Elisa Loli e la loro figlioletta Fulvia, di tredici anni. Questi ricevono da lei non solo un tetto sopra le loro teste ma anche cibo, medicinali e amorevole assistenza. Ogni sera, Adele inforca la bicicletta e va dai contadini dei dintorni per farsi dare qualcosa da mangiare e condividerlo con Carlo e la sua famiglia: ella sostiene infatti che anche se in casa ci fosse un solo uovo, un pezzo di questo dovrebbe andare comunque ai Levi.
Quando Fulvia, ad un certo momento, si ammala gravemente, questa viene fatta ricoverare dal dottor Bonollo all’ospedale di Dolo, sotto il falso nome di Fulvia Zara, e una volta tornata in casa di Adele è da lei curata amorevolmente. Nel marzo del 1944, i Levi devono fuggire, avvisati dai partigiani di essere in pericolo; da allora si devono spostare quasi in continuazione ma il 20 luglio dello stesso anno tornano in casa di Adele per rimanervi fino a dopo la Liberazione. Nel corso degli anni, il legame tra i Levi e i Zara non è mai venuto meno.
Adele è mancata il 12 dicembre 1969 ed è stata riconosciuta Giusta tra le Nazioni il 25 febbraio 1996. Tutti gli anni, il 27 gennaio, si svolge davanti a Palazzo Zara una manifestazione in ricordo della Shoah. (Biografia tratta da Trame di Memoria. Il Giardino dei Giusti).