Un nuovo albero nel “Giardino dei Giusti” della ‘Foscolo’

Si è rinnovata anche per quest’anno la consuetudine che vede gli alunni della scuola secondaria di 1° grado “Foscolo” dedicare, in occasione delle commemorazioni per la “Giornata della Memoria” previste per il 27 gennaio, un albero in ricordo di chi, in mezzo agli orrori della Shoah, ha messo a repentaglio la propria vita con generosità e altruismo salvando anche solo un ebreo dal suo destino di morte, ottenendo per questo dalla Yad Vashem di Gerusalemme il titolo di “Giusto tra le Nazioni”. Lunedì 28 gennaio 2019, pertanto, dopo avere osservato un minuto di silenzio riuniti in cortile ed avere riflettuto su una tragedia storica che non dovrebbe mai essere dimenticata, un nuovo “albero dei Giusti”, un ulivo simbolo di pace, è andato ad accrescere il “Giardino dei Giusti” dell’Istituto Comprensivo e troverà posto accanto agli altri alberi  dedicati, a partire dal 2013, a Giorgio Perlasca, Carlo Angela, Gino Bartali, Adele Zara, Calogero Marrone e don Aldo Brunacci. Si tratta dell’albero dedicato quest’anno ad un intero paese, Nonantola in provincia di Modena. Qui, durante l’occupazione nazifascista, tutti gli abitanti hanno contribuito a  nascondere e salvare la vita di 73 bambini e ragazzi ebrei in fuga verso la Palestina nascosti a “Villa Emma”, aiutantoli a rifugiarsi in Svizzera e strappandoli alla deportazione e probabilmente alla morte certa. Solo don Arrigo Beccari e il medico Giuseppe Moreali hanno ottenuto nel 1977 il titolo ufficiale di “Giusto tra le Nazioni” dalla Yad Vashem di Gerusalemme, ma nel 2000 gli stessi bambini di allora sopravvissuti e trasferiti in Palestina, hanno voluto piantare nel “Viale dei Giusti” di Gerusalemme ben 100 alberi a ricordo dell’intero paese, “a memoria del bene”. Proprio ricordare che nei momenti più bui della barbarie umana non sono mancati, e purtroppo ancora oggi non mancano, gesti generosità che salvano vite umane anche a rischio della propria, è il messaggio che ogni anno la scuola secondaria “Foscolo” vuole rinnovare ai suoi alunni e ciò perchè non basta ricordare “ciò che è stato” e sperare che non accada mai più, ma bisogna sempre coltivare il bene mai del tutto sopito nell’essere umano e la memoria di chi  “salvando una vita, ha salvato il mondo intero”.